È già svanito l’entusiasmo in casa Inter: dopo il cambio di allenatore, con l’allontanamento di Walter Mazzarri e il ritorno di Roberto Mancini, le community nerazzurre erano state pervase da un incredibile ottimismo. Sono bastati 15 giorni, però, affinché il nuovo idillio svanisse come neve al sole. In campionato l’Inter di Mancini ha ottenuto un pareggio e due sconfitte, intervallate da una vittoria in Europa League tutt’altro che convincente. L’ultima vittoria in Serie A risale nientemeno che al 29 ottobre e nonostante l’impegno e il grande impegno, la svolta tanto attesa sia dal punto di vista del gioco, della convinzione e dei risultati non c’è stata. L’Inter si trova attualmente in dodicesima posizione con 17 punti, a 18 dalla Juve capolista, ma a sole 9 lunghezze dalla Champions League. La classifica è cortissima sia nella parte alta, sia nella parte bassa, Mancini ha ragione: “Dobbiamo giocare come nel primo tempo e faremo tanti punti. Ma i punti dobbiamo cominciare a farli subito, perché vincere dà morale e aiuta a lavorare meglio”.
Nessuno pretendeva che Mancini cambiasse il Mondo in poco più di due settimane di lavoro, ma che facesse addirittura peggio di Mazzarri, i tifosi nerazzurri non se l’aspettavano di certo. Dopo il pareggio nel derby contro il Milan, l’Inter ha vinto grazie ad una serie infinita di parate di Handanovic contro il modesto Dnipro in Europa League (c’è comunque la scusante dell’aver giocato in 10), poi ha perso contro la Roma all’Olimpico e in casa ieri contro l’Udinese. Un solo punto in tre gare, 7 gol subiti e pubblico di San Siro sempre più rassegnato ad una stagione di sofferenze.
Per ora l’allenatore viene risparmiato dalle critiche di sostenitori e addetti ai lavori, anche se una fotografia della nuova Inter l’ha fatta ieri sera il commentatore tv e tifoso nerazzurro Filippo Tramontana:
“E’ una squadra in cui ognuno gioca per conto proprio, ciascun giocatore prende palla e va avanti a testa bassa, pressing altissimo senza alcun senso, ci vorrebbe più calma”.
Osservazioni che se andiamo a ripercorrere la carriera di Roberto Mancini, sono state fatte ciclicamente nelle sue passate esperienze: durante il primo ciclo all’Inter, il ‘Mancio’ aveva in mano uno squadrone assoluto che sostanzialmente giocava da solo in campionato, mentre in Champions non è mai riuscito ad imporsi nonostante avesse una rosa nettamente superiore a tanti altri top club europei. Anche al Manchester City in Inghilterra (dove pure ha vinto uno scudetto) e al Galatasaray, Mancini è stato accusato di non aver dato mai un’impronta di gioco, basandosi più sui singoli. È chiaro che se i singoli non ce li hai – l’attuale Inter ha una rosa modesta – diventa tutto più difficile.
La società nerazzurra aspetta il mercato di gennaio come una sorta di manna dal cielo, ma i soldi sono pochi e non è che si potrà rivoluzionare la rosa in pochi giorni. Prima, in ogni caso, ci sono ancora da affrontare due partite importantissime, contro il Chievo in trasferta e contro la Lazio a San siro, e bisognerà fare punti ad ogni costo, per non dover davvero cominciare a guardarsi alle spalle.
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